Spesso i conducenti ignorano la responsabilità e le pesanti conseguenze in cui potrebbero incorrere nel caso in cui i passeggeri non indossino la cintura di sicurezza
Marco, Ivan e Stefano escono per trascorrere una serata tra amici. Salgono sulla macchina di Marco, che farà da conducente per la serata (e ovviamente rimarrà sobrio!). Ivan sale sul sedile del passeggero anteriore e si allaccia la cintura di sicurezza. Stefano si sistema sul sedile dietro, e ritiene che la cintura sia superflua. Marco, per non rovinare l’atmosfera della serata, decide di non insistere. E’ un comportamento assennato?
L’atto di indossare le cinture di sicurezza quando ci si siede sul sedile è divenuto, nella stragrande maggioranza dei casi, automatico ed istintivo, ma esistono ancora alcune resistenze, soprattutto da parte dei passeggeri ed in particolar modo per i passeggeri che occupano i sedili posteriori – nonostante il codice della strada imponga a tutti l’utilizzo del sistema di ritenzione come previsto dall’art. 172.
Tornando ai nostri amici, nel malaugurato caso in cui gli amici dovessero incorrere in un incidente, Marco potrebbe pagare molto cara la propria indulgenza: quello che infatti molti conducenti ignorano è la responsabilità e le pesanti conseguenze che gravano in capo a loro nel caso in cui i passeggeri (anteriori o posteriori nulla cambia) non indossino la cintura.
A prescindere dalla sanzione amministrativa, in caso di un incidente stradale con lesioni ai trasportati, il conducente risponde del reato di lesioni personali colpose o, ancor peggio nelle ipotesi più gravi, di omicidio colposo. Recente conferma dell’orientamento ormai consolidato in merito alla cooperazione colposa tra il conducente e passeggero privo di cintura, è giunta dalla sezione penale della Corte di Cassazione.
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